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Una transizione verso un modello di economia circolare nell’utilizzo delle risorse idriche è possibile? Crediamo assolutamente di sì, vediamo come.

Nei precedenti due articoli a tema “idrico” abbiamo definito gli aspetti da monitorare con attenzione e su cui agire per garantire un futuro in cui l'approvvigionamento idrico sia sufficiente per la popolazione mondiale e siamo arrivati a scoprire come Sensoworks possa rivoluzionare la gestione degli impianti sotto svariati punti di vista e, soprattutto, in maniera sostenibile.

Una svolta sostenibile nella gestione del sistema idrico globale non è infatti solo possibile ma, a ben vedere, crediamo sia obbligatoria

La scarsità d’acqua, insieme ai cambiamenti climatici, costituisce già oggi un problema grave per diversi stati del mondo. All’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde, infatti, dati alla mano, una riduzione del 20% della disponibilità delle risorse idriche. Ciò significa che, in assenza di misure decise 

e risolutive, già tra meno di 10 anni la disponibilità di acqua a livello globale potrebbe ridursi del 40% rispetto ad oggi.

Urge sviluppare adeguate misure finalizzate ad agevolare la transizione dal modello di economia lineare, attualmente prevalente, verso un modello di economia circolare in grado di valorizzare un uso efficiente delle risorse, in particolare dell’acqua. Non solo riutilizzo irriguo dell’acqua, ma recupero sostenibile delle risorse materiali ed energetiche contenute nelle acque reflue, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra e i consumi energetici dei depuratori.

Gestire la risorsa idrica in ottica circolare richiede interventi nelle diverse fasi del ciclo:

  1. Una strategia di gestione della domanda globale (a scopo idropotabile, irriguo, industriale ed energetico) che promuova stili di vita e processi produttivi sostenibili e crei incentivi concreti per il risparmio, la conservazione (contrastando la dispersione nelle reti di distribuzione) e la resilienza delle fonti e delle relative infrastrutture idriche di derivazione e trasporto.
  1. La valorizzazione e l’utilizzo di risorse idriche non convenzionali (prevalentemente acque reflue urbane depurate). La gestione delle acque reflue in ottica di economia circolare si traduce nel riutilizzo dell’acqua depurata, prevalentemente in agricoltura, e nel recupero sostenibile delle risorse materiali ed energetiche contenute nelle acque reflue, trasformando così i depuratori in impianti di bio-raffinazione che convertono sostanze di scarto in prodotti utili, quali biogas e bio-metano, fertilizzanti (azoto, fosforo), sostanze organiche (cellulosa, polidrossialcanoati usati nella produzione di bioplastiche).

Per riutilizzare sapientemente le acque reflue bisogna porre attenzione a due aspetti fondamentali: 

  1. Prevenzione dell’inquinamento alla fonte attraverso il divieto o il controllo puntuale nell’uso di alcune sostanze contaminanti; 
  2. Raccolta e trattamento delle acque reflue in modo efficace e diffuso; 
  3. Affinamento dei reflui e la loro distribuzione, per farne una fonte alternativa di acqua, sicura ed economica, sia per l’irrigazione che per le industrie e per l’ambiente; 
  4. Possibilità di recuperare energia e materiali presenti nelle acque reflue urbane, quali nutrienti come il fosforo e prodotti chimici come biopolimeri o cellulosa, riutilizzabili nell’industria o nell’agricoltura.

Risultano infine di fondamentale importanza anche i processi di trattamento e le modalità di smaltimento e riutilizzo previste per i fanghi di depurazione, che vanno definiti in relazione alle loro caratteristiche e dell’ambito territoriale di riferimento. Il fosforo ad esempio è una materia prima critica per l’Europa in ragione della dipendenza quasi totale dalle importazioni da Paesi extra europei e del bassissimo tasso di riciclo da prodotti a fine vita.

Come farlo? Serve subito una rivoluzione digitale 

Il servizio idrico ha avviato negli ultimi anni il suo percorso di digital transformation. Tuttavia, l’adozione di tecnologie digitali è ancora in uno stadio iniziale e, perché possa esprimere appieno l’ampio potenziale di benefici che ne possono derivare, andrebbe sostenuta con azioni concrete su più fronti: normativo, regolatorio e finanziario. Il connubio tra digitalizzazione e Servizio Idrico Integrato è destinato a rafforzarsi sempre più.

Sensoworks a supporto della tutela dell'ambiente

Le tecnologie digitali stanno trasformando molti aspetti del mondo in cui viviamo, dalle industrie, alle città, alla quotidianità. La digital transformation rientra tra le grandi forme di disruption, tendenze evolutive globali destinate a cambiare il modo

di fare le cose, a rivoluzionare i settori industriali, ivi incluso il servizio idrico integrato. Il concetto di “Industria 4.0” inteso come “approccio strategico all’integrazione di sistemi di controllo avanzati basati su Internet che permettono alle persone e alle macchine di connettersi in qualsiasi momento, ovunque, con chiunque e qualsiasi cosa in un unico sistema complesso” è stato introdotto per la prima volta in Germania nel 2011 e declinato dalla German Water Partnership (GWP) per il servizio idrico integrato con il termine “Water 4.0”. 

Le tecnologie ICT (innovation and communication technologies) sono un elemento chiave per migliorare la gestione delle risorse idriche, permettendo di sviluppare sistemi intelligenti di monitoraggio, gestione e misura, di conoscenza a supporto delle decisioni e anche una maggiore consapevolezza dei consumi e del valore dell’acqua.

Nell’ambito dei processi interni e delle infrastrutture, il ricorso a tecnologie digitali ruota attorno all’utilizzo di dati per ottimizzare i processi decisionali, efficientare la gestione del servizio e migliorarne la qualità. Ciò viene reso possibile dalle c.d. “Cyber infrastrutture", ossia sistemi di raccolta dati - sensori e strumentazioni - e di conservazione, elaborazione e visualizzazione degli stessi (smart water network, IoT, tecniche di data-science, augmented intelligence, blockchain) che permettono di prendere decisioni più consapevoli in tempo reale.

Ecco, vi abbiamo appena spiegato cosa fa la piattaforma Sensoworks.

Una conoscenza immediata del proprio sistema di reti e impianti grazie a misurazioni dettagliate, monitoraggi continui su processi e infrastrutture coinvolte, automatizzazione dei processi e interventi da remoto

Sensoworks offre un ausilio innovativo e unico nella prevenzione di interruzioni di servizio e nel rilevamento delle perdite idriche. Una conoscenza effettiva delle condizioni fisiche e di funzionamento delle reti e dei sistemi permette inoltre di orientare la spesa per investimenti verso le reali priorità, pianificare accuratamente gli interventi anche a medio-lungo termine, ottimizzare le manutenzioni basandosi sulla conoscenza dello stato delle reti più che sulla loro vita utile. 

Idrico 4.0: ricadute positive sul servizio in monopolio

Data la natura di servizio in monopolio che caratterizza il servizio idrico, il rapporto con l’utente diviene un asset strategico fondamentale al fine di trasmettere il ruolo e le ricadute del proprio operato sul territorio di riferimento.

La digitalizzazione nei rapporti con l’utente offre un’occasione unica per creare un coinvolgimento maggiore, fatto di comunicazione trasparente e immediata, semplificando l’espletamento di pratiche amministrative end to end.

Gli avvisi di disservizi, di interruzioni e di ripristini programmati, ma anche informazioni su cantieri aperti e lavori avviati possono essere comunicati in tempo reale, al pari degli esiti conseguenti a eventi imprevedibili. I servizi online e aree utenti web personali possono agevolare la gestione della fornitura tramite procedure autogestite dall’utente, invio di autoletture e reclami, attivazione di pratiche e servizi quali la bolletta web o prenotazioni di appuntamenti, nonché rendere maggiormente consapevoli gli utenti dei propri consumi e della qualità dell’acqua di rubinetto (proprietà organolettiche e sua salubrità), rassicurando sul consumo di una risorsa ambientalmente preferibile.

Una soluzione win win

In un colpo solo questo rapporto privilegiato ha effetti benefici sull’organizzazione interna dell’Azienda Idrica, semplificando i processi amministrativi e di gestione dell’utenza, e dall’altra permette un uso più consapevole dell’acqua pubblica, facendo risparmiare l’intera società rispetto al minor utilizzo di acqua in bottiglia con i relativi minori impatti sull’ambiente.

Se sei interessato a una panoramica completa sul concetto di INFRASTRUTTURA IDRICA 4.0 puoi scaricare il nostro White Paper cliccando qui o contattare Eleonora – Head of Sales in Sensoworks.

SENSOWORKS: La startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale mette in evidenza opportunità e criticità del PNRR riguardo al settore del WASTE MANAGEMENT: un comparto con un giro d’affari di 14 miliardi di euro all’anno (0,8% del PIL) e 95 mila occupati.

Un’analisi di Sensoworks (www.sensoworks.com), la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme multilivello, porta alla luce le principali criticità del PNRR per il settore del waste management, indicando anche la linea da seguire per riuscire a superarle. La società guidata da Niccolò De Carlo rimarca in Italia notevoli ritardi nell’impiantistica per chiudere il ciclo dei rifiuti, un comparto che fattura circa 14 miliardi di euro all’anno, l’equivalente dello 0,8% del PIL nazionale, e che occupa 95 mila lavoratori, l’1,58 % dell’intero comparto industriale.
«L’andamento degli investimenti nel settore del waste management è stato altalenante negli ultimi anni, marcando un calo complessivo del 33% poi interamente recuperato nell’ultimo anno, arrivando nuovamente a toccare 1,5 miliardi di euro di investimenti, sostenuti in parte dalle amministrazioni pubbliche (20%) ma soprattutto dalle aziende di gestione dei servizi (80%), per un totale di 9 miliardi di euro investiti in 7 anni» osservano gli analisti di Sensoworks, facendo riferimento ai dati del Rapporto 2021 della Corte dei Conti. Riapplicando poi le distribuzioni rilevate per il quadriennio 2014-2017 dal Green Book pubblicato dalla Fondazione Utilitatis agli investimenti rilevati per il 2020 dalla Corte dei Conti, Sensoworks snocciola i dati aggiornati.

«Poco meno della metà degli investimenti è relativa alla fase di raccolta (748 milioni di euro), mentre 754 milioni di euro sono per la realizzazione degli impianti» osservano gli analisti. E in merito agli impianti —osservano gli analisti di Sensoworks— 345 milioni di euro vengono spesi per il recupero energetico, 132 milioni per le discariche, 130 milioni per gli impianti di selezione, 73 milioni per il compostaggio, 57 milioni per il trattamento meccanico-biologico (TMB) e 17 milioni per i digestori anaerobici. Il fabbisogno di investimenti, però è ben maggiore. Le principali associazioni di categoria stimano che per il periodo 2020-2030 siano necessari 12 miliardi di euro di investimenti per riuscire a raggiungere gli obiettivi ambientali della nuova direttiva europea sull’economia circolare. «L’analisi della Corte dei Conti segnala tuttavia che la realizzazione di infrastrutture per la gestione dei rifiuti è decisamente inferiore a quanto programmato e indicato come fabbisogno minimo» riportano gli esperti di Sensoworks.

Secondo la Corte dei Conti, inoltre, nel 2020 solo il 42% delle risorse programmate sono state effettivamente utilizzate. «A causa del Coronavirus vi è stato un sostanziale azzeramento della spesa: il 37% dei finanziamenti previsti ha insistito su opere mai avviate» si apprende dal Rapporto 2021. Insomma, pur disponendo delle risorse necessarie, solo il 20% delle opere finanziate viene realizzato. Altra criticità —mettono in evidenza gli esperti di Sensoworks— riguarda poi i tempi di realizzazione delle infrastrutture di gestione dei rifiuti. Il tempo medio per la realizzazione di un impianto è di oltre 4 anni, con punte che arrivano anche a 10 anni. Ci vogliono mediamente 32 mesi per la progettazione, 6 mesi per l’affidamento e 12 mesi per la realizzazione. «Di fronte a questi dati incontrovertibili non basteranno certo i fondi del PNRR. Occorrono invece decreti di semplificazione. Più che un problema di risorse —infatti— in Italia abbiamo un problema di procedure» sottolinea Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks (www.sensoworks.com).

Le conclusioni del rapporto della Corte dei Conti non lasciano dubbi: la realizzazione delle infrastrutture programmate e finanziate marcia a ritmi insufficienti, con opere finanziate che mediamente risultano essere di importo inferiore al milione di euro. «Un ammontare che sottende progetti relativi ad opere minori» commenta Niccolò De Carlo. «Ma le criticità del PNRR—prosegue il ceo di Sensoworks— non riguardano solo il waste management: in generale tutti i lavori pubblici in Italia hanno tempi di avvio e di completamento più lunghi di quelli massimi previsti dal recovery plan. Dall’affidamento dei lavori alla loro ultimazione occorrono mediamente 6 anni e se poi si computano anche le fase di programmazione e la fase decisionale, la durata complessiva si allunga ulteriormente».

In Italia —applicando i dati storici— la proiezione di spesa dei lavori pubblici avviati nel 2021 raggiungerebbe il suo massimo nel 2025 e consentirebbe di impiegare una percentuale delle risorse complessive almeno pari al 90% solo a partire dal sesto anno successivo all’avvio della procedura, ossia nel 2027. Se a questo flusso di spesa si affiancasse un ulteriore flusso di analogo importo relativo alle procedure avviabili in uno dei due anni previsti per le procedure del PNRR, emergerebbe la necessità di triplicare la velocità di spesa al fine di poter spendere almeno il 95% delle risorse entro il limite massimo di 5 anni.
Come risolvere l’antinomia? La soluzione è nell’Intelligenza Artificiale. «Ci riferiamo ai grandi progetti legati alle Smart City ed alla realizzazione “smart” delle grandi opere infrastrutturali, ma anche —tornando nel piccolo all’argomento dei rifiuti— a prodotti ed algoritmi innovativi che possano contribuire a ridurre i tempi di implementazione» sostengono gli esperti di Sensoworks.

Nell’ambito del waste management, uno di questi prodotti altamente innovativi è ad esempio il dispositivo realizzato da Sensoworks insieme ad una delle principali multiutility italiane, attiva nella gestione e sviluppo di reti e servizi relativi all’acqua, all’energia ed all’ambiente. Si tratta di un multisensore da inserire nei contenitori dell’immondizia, che —mediante misuratori di peso, di pH, di gas ed altri sensori, includendo anche un accelerometro— è in grado di misurare e comunicare il tempo reale la percentuale di riempimento del contenitore, il peso raccolto, la temperatura, il cambiamento di inclinazione, l’eventuale scoppio di un incendio, un impatto a causa di un’ipotetica collisione.

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Logistica, Supply Chain, flotte di veicoli e tutti gli asset di un’azienda ne costituiscono il suo bene primario ed hanno tutti bisogno di estrema cautela e attenzione per evitare eventi indesiderati come malfunzionamenti, guasti, perdite, ecc. Per non parlare del costo dei risarcimenti, dell'impiego, delle ispezioni e di tutto lo sforzo sprecato per riorganizzare tutte le risorse per coprire il buco nella catena del valore, anche se temporaneamente.

Quando si parla di Asset Management, quindi, le aziende si trovano di fronte a molteplici e difficili sfide: 

Approcci Tradizionali

Le aziende con un gran numero di asset o una certa scala di operazioni hanno sempre dovuto monitorare e controllare le prestazioni dei loro asset: Enterprise Asset Management  (EAM), infatti, potrebbe non essere un concetto nuovo, ma la tecnologia e i metodi di applicazione sono cambiati molto negli ultimi anni.

"Tradizionalmente", gli asset - e le attività di asset management - sono stati tutti considerati in modo indipendente, ognuno con le proprie prestazioni, valori, efficienza, i cui risultati finali hanno impatto sull'intera rete patrimoniale aziendale, fino ai servizi offerti. Tuttavia, ciò non solo ha portato alla creazione sistemica  di silos di dati - che ostacolano la scalabilità e lo sviluppo generale - ma anche a una concezione errata del monitoraggio e delle prestazioni degli asset.

Una buona gestione patrimoniale, invece, dovrebbe sempre considerare le risorse e le prestazioni aziendali come parti di un insieme, ognuna con una certa rilevanza, poiché ognuna è un ingranaggio critico in una macchina complessa.

La nostra soluzione: IoT Asset Management

Avere soluzioni multiple per affrontare i numerosi problemi di gestione delle varie attività sarebbe altrettanto controproducente e decentrato. Ecco perchè Sensoworks ha progettato una soluzione in grado di integrare tutte le potenziali risposte ai numerosi problemi che le aziende devono affrontare quotidianamente con le loro operazioni di gestione patrimoniale.

Senso Asset è il componente centrale della soluzione Sensoworks di IOT Asset Management e consente alle aziende di gestire l’intero ciclo di vita dell’asset, a partire dal suo acquisto, all’installazione, alla gestione, alla manutenzione fino alla sua dismissione.

La tecnologia IoT ha un potenziale senza precedenti per semplificare i processi e ridurre i costi. Dall'automazione alle informazioni dettagliate basate sui dati, L'IoT può aumentare le risorse esistenti e massimizzare l'efficienza della forza lavoro. Tuttavia, persistono sfide nell'attuazione diffusa dell'IoT. Occorre introdurre strumenti e tecniche di monitoraggio organico degli asset, prendendo decisioni sulla loro gestione basate sui dati.

In questo modo, la gestione diventa completamente automatizzata, migliorando l'efficienza di tutta la catena del valore. L'implementazione diffusa di tali sistemi rende più efficace il modo in cui i produttori, le catene di approvvigionamento e i gestori del magazzino funzionano. Non più in ottica Silos. Questo può significare:

  1. Maggiore efficienza
  2. Riduzione dei costi
  3. Prodotti e servizi di migliore qualità
  4. Miglioramento del potenziale decisionale
  5. Meno tempi di inattività dell'apparecchiatura

Inoltre, l'automazione del flusso di lavoro significa anche che l'utente riceve immediatamente una notifica quando si verifica un evento o si spegne un allarme, ad esempio perché determinati valori hanno superato la soglia specificata. Gli allarmi, in particolare, sono estremamente intuitivi da gestire su Senso Asset. La posizione dell'evento è mostrata su una mappa, dando all'utente la possibilità di cliccare su di essa e controllare tutte le informazioni necessarie per agire e intervenire immediatamente sull'emergenza. 

Lo strumento di analisi predittiva aiuta a identificare la causa principale di un problema e a lavorare sul piano di mitigazione, gestendo così gli errori con molto anticipo. La linea di produzione avrà più dati in grado di fornire maggiore visibilità per affrontare scenari complessi che portano a un sistema di gestione più robusto.

In breve, le capacità di automazione e raccolta dei dati dai dispositivi IoT rendono l'ambiente di lavoro più efficiente, vengono valutate le metriche, vengono consigliate le decisioni basate sui dati e sulle predizioni.

Senso Asset: dettagli tecnici e specifiche del prodotto 

Senso Asset è progettato per essere completamente integrato nella piattaforma IoT Sensoworks per scenari IoT complessi, sia per le infrastrutture on-premise che cloud. I dati raccolti ed elaborati vengono mostrati all'utente sia in una dashboard che sotto forma di report, con la possibilità di crittografare i dati su una blockchain. 

Inoltre, Senso Asset si muove con un approccio microservices, che aiuta sia la piattaforma che il cliente ad implementare le modifiche necessarie ai propri asset e servizi senza compromettere l'intera attività.

La piattaforma è open source per dare al cliente la massima flessibilità in termini di adozione del prodotto. Vogliamo dare ai nostri utenti l'opportunità di personalizzare la loro esperienza e prendere le proprie decisioni quando si tratta di raccogliere ed elaborare dati. Per questo, ad esempio, Senso Asset può anche essere collegato a dati e dispositivi che il cliente già possiede ed è progettato con un approccio API-first. In caso di necessità particolari, siamo strutturati per fornire il nostro  Edge Gateway per raccogliere dati dai sensori, e persino fornire ai nostri clienti sensori prodotti dai nostri partner di fiducia.

Tuttavia, siamo fan di un approccio agnostico quando si tratta di monitorare e controllare le risorse critiche: nelle soluzioni che strutturiamo è quindi possibile implementare qualsiasi protocollo di cui i nostri clienti hanno bisogno. Nello specifico, la piattaforma Sensoworks supporta i principali standard e protocolli nel settore IoT:

Conclusione

Come abbiamo visto una delle sfide principali per la gestione di asset aziendali è costituita da una visione specialistica del monitoraggio delle singole risorse. La dinamicità e globalità dei mercati moderni spinge le aziende, invece, a una maggiore efficienza che può essere raggiunta solo grazie a una gestione olistica e organica di tutti gli asset.

D’altra parte negli ultimi anni le soluzioni software e la stessa connettività hanno fatto, e continuano a farlo, dei passi da gigante. Questo rende possibile avere a disposizione soluzioni come Senso Asset, per la gestione all-in-one di qualsiasi asset e la flessibilità di integrare  vecchi  standard ma anche di cambiare nel futuro in seguito ai cambiamenti tecnologici di domani.

La complessità dei problemi e la diversità di soluzioni a disposizione creano anche la necessità di un importante momento iniziale di studio in cui l’azienda (solitamente con il supporto di consulenti specializzati) deve analizzare il suo contesto e i suoi obiettivi, e di conseguenza prendere delle decisioni fondamentali per la sua infrastruttura tecnologica. 

Se anche la tua azienda gestisce complessi asset, e se vuoi scoprire quanto potrebbe beneficiare dalle nuove soluzioni a disposizione, siamo a tua disposizione per concordare un incontro virtuale e senza vincoli. Sarà nostra cura darti tutte le informazioni necessarie e, se necessario, preparare una demo specifica per la tua realtà.

Contattaci avendo cura di inserire una piccola introduzione sulla tua necessità.

La risposta breve? Monitorare un’infrastruttura vuol dire controllarne le condizioni e verificarne lo stato di salute in modo costante.

Quando parliamo di monitoraggio infrastrutturale - più conosciuto nella sua versione inglese, infrastructure monitoring - di solito parliamo di monitoraggio attivo dell’infrastruttura che si sta tenendo sotto controllo. Vedremo gli elementi fondamentali e i benefici di un monitoraggio costante fra un po’, insieme a quali tecnologie stanno invadendo il mercato e cosa vuol dire davvero implementare un sistema di monitoraggio nella gestione quotidiana di un’infrastruttura. 

UN PO’ DI BACKGROUND

La recente contrazione globale non ha fermato la crescita dei nuovi trend del mercato dell’infrastruttura (Deloitte 2020 Midyear Update), dove gli stati in via di sviluppo sono sempre più una sfida per lo status quo di un mercato controllato dalle potenze occidentali, soprattutto la Cina.

La Nuova Via Della Seta (conosciuta anche come One Belt One Road), ad esempio, si fa forte di un finanziamento di US$667 trilioni che la Cina ha promosso per migliorare lo stato delle infrastrutture dentro e fuori il paese. Così come anche gli Stati Uniti, che hanno approvato un progetto di legge che vede allocare US$1,5 trilioni per le loro infrastrutture.

Mettendo in prospettiva il fatto che la Cina, gli Stati Uniti e l’Europa compongono il 42% del gap degli investimenti infrastrutturali nel 2020, 2030 e 2040 - con gli Stati Uniti che presentano il maggior gap - possiamo anche notare come il mercato abbia molte possibilità di ricevere attenzioni particolari da parte di governi e multinazionali e la loro intenzione di entrare a far parte di un trend che non sembra arrestarsi nei prossimi anni (Franklin Templeton). 

Tuttavia, nonostante ciò ci dia un veloce panoramica sulla situazione delle infrastrutture globali, non dobbiamo dimenticare che con “infrastruttura” non ci riferiamo solo a ponti monumentali e grattacieli. Infrastrutture sono anche palazzi residenziali, strade, ponti più piccoli, autostrade e così via. L’infrastruttura è tutto il sistema di connessioni, utenze, servizi di cui le persone hanno bisogno quotidianamente. Tutti abbiamo bisogno che i nostri quartieri siano ben tenuti, i fiumi arginati o che i nostri rifiuti vengano gestiti.

L’andamento odierno delle infrastrutture ci dà motivo di essere ottimisti sulle molte opportunità future nel mercato globale, ma queste devono essere sotto costante attenzione in termini di investimenti e continua manutenzione. Le infrastrutture non possono essere ignorate in qualunque circostanza, specialmente se hanno a che fare con situazioni di pericolo, come la vita delle persone o il benessere economico di una regione.

NUOVE TECNOLOGIE DISPONIBILI

La manutenzione, in particolare, può essere gestita meglio attraverso alcune delle nuove tecnologie di cui siamo a disposizione.

Nuove generazioni di sensori, ad esempio, ci possono aiutare a raccogliere i dati necessari per un controllo costante dello stato di salute (parziale o intero) dell'infrastruttura in tempo reale durante il suo ciclo operativo.

In pratica, i sensori sono delle “spie” posizionate strategicamente sull’opera infrastrutturale che ci dicono in ogni istante cosa sta succedendo e cosa succederà se non interveniamo tempestivamente. Lo fanno attraverso la raccolta di piccoli dati immediatamente inviati in cloud attraverso i loro dispositivi di rete. Possiamo dividere questi sensori in:

Dopo che i dati vengono raccolti dai sensori devono essere processati, tradotti e resi facilmente comprensibili per la mente umana. Qui è dove le piattaforme IoT entrano in gioco.

Brevemente, un piattaforma IoT è una tecnologia multilayer che “digitalizza” (cioè, trasporta nel mondo online) gli oggetti fisici, le “cose” dell’IoT, permettendo la comunicazione fra macchine senza bisogno di intermediazione umana. 

Ci sono diversi tipi di piattaforme IoT, nonostante si stiano tutte evolvendo per integrare i vari aspetti dell’IoT in un’unica soluzione, come ad esempio: piattaforme end-to-end, cloud, installazioni on-premise o AIoT (letteralmente l’Artificial Intelligence of Things) e così via.

In ogni caso, nonostante le diverse caratteristiche e funzioni, tutte le piattaforme IoT hanno qualcosa in comune: tutte fungono da middleware come data plumber per connettere dispositivi ad applicazioni per un dato fine. Ciò attraverso un ecosistema di sensori, controller, gateway, software per analisi e traduzione dati, applicazioni di back end e molto più.

Se dovessimo cercare di abbozzare un’architettura IoT elementare, potremmo dividerla in quattro fasi:

In fine, ciò che viene presentato agli addetti ai lavori è la traduzione di dati fondamentali sotto forma di dashboard graficamente godibili, parametri comprensibili, avvisi e notifiche per ricordarci cosa va fatto e quando, e molto altro. Tutti questi elementi supportano gli interventi umani quando e dove sono necessari, quasi come se ci dessero il potere di leggere il futuro!

BENEFICI

Questo potere ha un nome: manutenzione predittiva. Il suo significato è nel nome: predirre il momento in cui un edificio, un ponte, un’autostrada o quant’altro ha bisogno di manutenzione.

La manutenzione predittiva è possibilmente uno dei benefici più importanti di un ottimo sistema di monitoraggio. Ci aiuta a comprendere non solo il momento in cui un’opera infrastrutturale necessita un intervento di manutenzione, ma anche il punto esatto, permettendoci di avviare procedure più specifiche e mirate, piuttosto che investigazioni periodiche per l'intera infrastruttura. 

E meno ispezioni periodiche e più interventi mirati e specifici significano un qualcosa di cruciale: costi di manutenzioni ridotti sul budget annuale. Predire un potenziale danno o pericolo ci permette di risparmiare denaro che avremmo altrimenti speso su sostituzioni di materiale, dislocamento di personale, sull’intervento stesso, dato che il danno verrebbe fermato prima di diventare qualcosa di più pericoloso. 

Non solo, però: interventi più mirati, con un controllo costante della salute dell'infrastruttura, permettono la prevenzione di distruzione e danni dovuti a degrado o deterioramento e di tenere traccia degli effetti precisi di conseguenze di eventi straordinari (come terremoti, inondazioni, ecc.), aumentando la sicurezza e rafforzando la resilienza di ogni opera monitorata.

CONCLUSIONE

Le infrastrutture sono la base delle nostre vite, dei nostri legami, della nostra economia. Connettono famiglie distanti e ci permettono di viaggiare, vivere la città, di migliorare il nostro impatto sulla Terra.

Un sistema di monitoring più solido per le nostre infrastrutture ci permetterebbe di usufruire in modo più efficiente e sicuro di strade, ponti, dighe, reti fognarie, oltre alla possibilità di reinvestire il denaro risparmiato nei pochi interventi periodici.

I benefici dell’adottare questo tipo di soluzione abbraccia tutta la catena del valore, dalla costruzione alla gestione di ogni opera infrastrutturale, qualsiasi essa sia e per qualsiasi ragione. 

Questo è l’obiettivo principale di Sensoworks. Avanzare verso il miglioramento e la ristrutturazione totale del mercato e del settore delle infrastrutture, di modernizzare quello che concepiamo come infrastruttura oggi.

Scrivici per approfondire qualche argomento specifico o per suggerirci prossimi argomenti che ti piacerebbe leggere!

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